ATELOFOBIA
Dott. Ettore D’Aleo Psicologo Clinico e della Riabilitazione
E se anche tu soffrissi di Atelofobia senza saperlo?Questo tipo di patologia è sempre più frequente nei giovanissimi ma ha anche delle ripercussioni che possono essere rintracciate in età più avanzate. Soffrire di atelofobia, vuol dire essenzialmente , trovarsi difetti anche quando questi non ci sono. Tutti noi guardandoci allo specchio vorremmo in alcune circostanze, vederci in modo diverso…ma una cosa e il volersi immaginare con labbra più grandi o un naso più piccolo, con una fisicità diversa, altro è invece percepirsi diversi, sentirsi diversi, anche quando si rientra nei parametri della “normalità”, parametro che ad oggi risulta essere piuttosto altalenante.Questa modalità di percepirci o vedersi se non contestualizzata al momento potrebbe trasformarsi in un’ossessione. Molte ricerche hanno dimostrato che questa ricerca della perfezione può diventare patologia, assumendo il nome di atelofobia. Ma quali sono le cause e quali i rimedi?Osserviamo più da vicino cosa vuol dire “Atelofobia”, L’etimologia della parola atelofobia deriva dal greco “atelès”, imperfetto o incompleto e dalla parola “phòbos”, ovvero paura, questo due termini messi insieme danno dunque origine al nome di atelofobia ovvero “la mancata accettazione di sé stessi e del proprio aspetto fisico e di conseguenza la ricerca della perfezione”, soprattutto quando questa diventa un’ossessione. Quando il sentirsi inadeguati diventa invalidante per la propria vita, allora si può parlare di atelofobia. Questo disagio però non interessa esclusivamente l’aspetto fisico, ma anche la propria personalità e il proprio ruolo sociale. I soggetti che soffrono di questa patologia vogliono essere perfetti in tutto, sia dal punto di vista fisico che prestazionale.Gli obiettivi da raggiungere sono sempre altissimi, dai risultati a scuola o all’università, nelle prestazioni sportive, al lavoro, nel rapporto con i familiari, ma tutto però è dettato da una forte insicurezza nelle proprie capacità.Al giorno d’oggi, dove l’immagine è considerata fondamentale per avere successo, chi non si sente all’altezza o ha una visione distorta di sé, non riesce a vivere serenamente i propri rapporti personali.A soffrirne con maggiore incidenza sono le donne, che devono spesso fare i conti con la sensazione di essere giudicate per il proprio aspetto estetico, ma soprattutto personale e professionale. Sono proprio le donne ad avere una maggiore insicurezza soprattutto data dal ritrovarsi imperfette e con mille difetti, tanto da far sviluppare un’ossessione atelofobica. Ultimi studi però ci indicano che anche gli uomini non mancano all’appello, travolti molto spesso dal confronto e dalla competizione con gli altri, cominciano a sentirsi insicuri e sotto pressione. Bisogna fare i conti con una perfezione che non esiste…ma che è alimentata da alcuni contesti particolari, devi essere il più bravo, quello che guadagna di più, quello che è più figo, che ha più like o follower e così via…la paura di non sentirsi mai abbastanza sia dal punto di vista estetico che sociale o professionale, tale senso di inadeguatezza diventa angoscia e preclude molti aspetti della vita quotidiana.Bisogna interrompere questo circolo vizioso, ognuno arriva fin dove può arrivare…spingere ai limiti se stessi non ci porta ad essere migliori degli altri ma ad ammalarci prima. Noi non siamo solo le nostre prestazioni ma siamo un insieme di tante altre cose, bisogna hindi saper indirizzare la nostra energia in senso positivo e accettare che “fallire è una possibilità”, l’importante è non rimanere nel fallimento ma cercare di uscire da questa condizione per non rimanere bloccati in questo schema malato, che a nulla porta. Chi soffre di atelofobia può essere colto da attacchi di panico, crisi d’ansia, depressione, tachicardia, tremore, difficoltà di respirazione. Altri sintomi potrebbero essere l’eccessiva sudorazione in situazioni di disagio, nausea, secchezza delle fauci, confusione mentale, tensione muscolare, iperventilazione fino ad una vera e propria sensazione di angoscia.Un chirurgo serio, di fronte a una persona che chiede un intervento al naso o al viso, senza averne oggettivamente bisogno, dovrebbe saper riconoscere i segni dell’atelofobia e non incentivarla a farlo. Ma da dove arriva?L’atelofobia potrebbe essere legata a delle relazioni molto significative che potrebbero aver influenzato la vita della persone che ne sono affette. Ad esempio chi soffre di atelofobia potrebbe aver avuto un genitore particolarmente esigente, che l’ha spinto a perseguire obiettivi impossibili da raggiungere. Come curarla?Per tenere sotto controllo l’atelofobia potrebbe essere necessario fare un lavoro su sè stessi, cercando di rilassare la mente e cercare di accettarsi senza necessariamente pretendere troppo da sé stessi, magari con l’aiuto di uno specialista.In alcuni casi potrebbe essere utile parlare con uno psicologo, per elaborare l’origine di queste paure e imparare a controllarle. Alcuni pazienti hanno trovato utili alcune pratiche come gli esercizi di Bioenergetica, i quali lavorando simulazione corpo e le emozioni, agiscono sui blocchi corporei, liberando energia nuova.
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