“Buonasera,
volevo sapere se la Riabilitazione Neurocognitiva (Metodo Perfetti) funziona con tutti i pazienti o dipende dal danno subito?
Io ho avuto un ictus quattro anni fa e ad oggi ancora non riesco ad aprire la mano nonostante tutta la fisioterapia fatta! e non capisco perché”

Risposta:

” La Riabilitazione Neurocognitiva o Metodo Perfetti è la proposta riabilitativa ottimale in caso di neurolesione e neuropatologia.
Ciò significa che con questo approccio si costruisce la migliore qualità di recupero lasciata organizzabile dalla lesione subita, riducendo al minimo il grado di invalidità finale.
Dopo aver subito un ictus, attraverso la Riabilitazione Neurocognitiva, si vive sempre un miglioramento, ma il miglioramento non deve essere inteso come un ritorno a come si era prima, (questo può o non può accadere…), ma deve essere interpretato come una ottimale riorganizzazione del sistema nervoso attorno alla lesione subita.
Il fatto che lei, a distanza di molto tempo e nonostante il lavoro fatto, non abbia vissuto un progresso del suo recupero, molto probabilmente dipende dall’inadeguatezza della proposta riabilitativa che ha gestito il suo percorso terapeutico finora.
Tutti i metodi che comunemente vengono utilizzati, purtroppo , nella riabilitazione post ictus tendono a sfruttare gli elementi patologici derivanti dalla lesione, come, per esempio, l’ ipertono, per produrre movimento, oppure pretendono di cambiare le cose agendo sul corpo, sui muscoli e non sul cervello, provocando, purtroppo, completamente il risultato opposto, ossia una mala riorganizzazione con aumento degli elementi patologici e una alto grado di invalidità.
Il processo che guida il recupero post ictus deve essere pensato come un percorso di ri-apprendimento di competenze, motorie e non, già conosciute dal cervello ma alterate dalla lesione, in condizione patologica. Tale apprendimento è ottenibile grazie alla capacità plastica del cervello, che è sempre disposto alla riorganizzazione grazie alla formazione di nuove reti neurali (i neuroni vicino a quelli lesi si legano fra loro, consentendo di “bypassare” l’assenza dei neuroni persi). Tale capacità di creare nuovi circuiti è fortemente dipendente e condizionata dall’esperienza terapeutica vissuta. Ciò significa che, se il metodo utilizzato è inadeguato, porterà a fenomeni plastici di riorganizzazione di scarsa qualità, non facendo vivere al Paziente alcun tipo di recupero delle facoltà lese, con alto grado di invalidità/disabilità finale. Se, al contrario, la Riabilitazione offre un percorso terapeutico ricco di esercizi adeguati ai bisogni del singolo, creando esperienze terapeutiche ad hoc, il Paziente, non solo vivrà un evoluzione positiva della sua condizione patologica, ma vivrà anche il grado minimo di invalidità/disabilità finale, sempre tenendo presente l’entità della lesione subita.
La buona notizia è che, se anche si è vissuto un percorso terapeutico di scarsa qualità con la conseguente assenza di progressi, cambiando l’approccio terapeutico con uno più adeguato, è possibile invertire la rotta e orientare verso i giusti obiettivi l’andamento del processo di recupero. Non ci sono tempi di scadenza, come invece spesso si sente dire, di sei mesi/un anno; finchè il cervello è in vita potrà sempre riorganizzarsi grazie alla sua plasticità: il cervello non ha data di scadenza!